Ripubblichiamo un ampio post in più puntate sull’accesso al credito per la PMI. Ecco la seconda parte:

Per quanta attenzione abbiate posto al vostro flusso di cassa, prima o poi vi capiterà di dover ricorrere a un prestito: per coprire una momentanea carenza di liquidità, per cogliere una buona occasione, o per sostenere l’espansione dell’azienda con adeguato capitale circolante, senza diluire troppo il vostro capitale (e il vostro controllo sull’azienda).

Guardate il bilancio della vostra azienda. Le attività correnti sono elencate in ordine crescente di liquidità: Immobilizzazioni, Rimanenze, Crediti diversi, Crediti verso clienti, Effetti attivi, Titoli negoziabili, Banche, Cassa.

Quando dovrete far fronte a passività correnti, senza però disporre di contante in misura adeguata, avrete un problema di liquidità. Non si possono pagare i fornitori con i crediti verso i clienti.

La cassa è la più liquida delle attività correnti o attività a breve termine. Queste sono costituite dall’insieme del contante e delle altre attività o risorse, comunemente identificate con quelle che si realizzano in denaro entro un breve periodo di tempo.

È con la cassa che pagate materialmente i fornitori. Il capitale circolante netto, invece, è composto dalle attività correnti dopo averne detratto le passività correnti.

Le esigenze di finanziamento possono essere sintetizzate in cinque tipi principali. L’azienda può anche avere esigenze di più tipi, in un certo momento o in momenti diversi. Per esempio, un nuovo reparto sarà per l’azienda una situazione d’avviamento: richiederà, fra l’altro, capitale circolante e avrà esigenze di finanziamento per le nuove attrezzature.

1) Finanziamento dell’avviamento

Una nuova azienda richiede una giusta combinazione di capitale proprio e di capitale di credito (da raccogliere, quest’ultimo, con prestiti a lungo termine). Le esigenze risulteranno dai budget del flusso di cassa e del conto economico, oltre che dalle statistiche relative al settore d’attività (reperibili presso le associazioni di categoria, o presso la banca). In questa situazione si possono specificare tutti i dettagli dei costi d’investimento, per gli impianti e per le altre attività fisse. È importante il giusto equilibrio fra capitale proprio e capitale di credito: troppi debiti iniziali, per esempio, riducono le possibilità d’indebitamento future.

2) Finanziamento del capitale circolante

Dopo la capitalizzazione iniziale, il capitale circolante viene alimentato dall’utile d’esercizio, nel corso degli anni. Se la vostra azienda soffre in permanenza d’una scarsità di capitale circolante, ma realizza comunque un certo utile, allora può davvero essere il caso di ricorrere ad un prestito a medio termine. Dovrete però dimostrare che ne trarrete maggiori utili in misura molto superiore all’onere che deriva dal nuovo indebitamento. Spesso un modesto prestito che incrementi il capitale circolante fa superare all’azienda un intoppo transitorio e le consente di fare utili assai maggiori che in passato. L’effetto del prestito sulla vostra azienda si può stimare dai budget del flusso di cassa.

Ricordate, però, che un prestito da restituire in qualche anno, con rate mensili, pesa sensibilmente sulle spese generali. Se l’azienda non genera ulteriori utili in misura sufficiente a far fronte a questi oneri, con un margine del 50% almeno, o meglio del 100%, allora occorre aumentare il capitale proprio, invece dell’indebitamento.

3) Finanziamento di nuove attrezzature e di altre attività fisse

Nei prestiti per l’acquisto di attrezzature e di altre attività fisse ha grande importanza la corrispondenza fra il prestito, l’esigenza di finanziamento e la fonte da cui si pensa di trarre la liquidità per la restituzione. Si tratta normalmente di prestiti assistiti da garanzia ipotecaria sulle stesse attrezzature, quindi la durata economica di queste ultime ha un grande peso nella decisione di ricorso al credito.

Una regola di larga massima è che si possono finanziare attrezzature che hanno durata economica di 10 anni con prestiti della durata di non oltre 7 anni e di entità non superiore al 90% del valore di quelle attrezzature. I fornitori tendono ad essere molto generosi nelle vendite a credito, ma voi dovrete mantenervi prudenti, per la vostra stessa sicurezza economica.acquistate attrezzature fisse finanziandovi con prestiti a breve termine. Commettereste un errore di durata. Se cercate prestiti o dilazioni per periodi superiori al necessario, nulla di male. Questo però non è la soluzione migliore. Finanziatevi per cinque anni, invece di sette, o magari per tre, invece di quattro.

I prestiti per l’acquisto di attrezzature non durano quasi mai per più di 7 anni, ma quelli per l’acquisto di immobili adibiti ad attività commerciali possono durare anche 15 anni, o ancora di più, a seconda della situazione. Poiché è nell’arco di diversi anni che voi investite il capitale proprio dell’azienda nelle attrezzature e negli immobili, traendolo dagli utili, altrettanto vi conviene fare con il capitale d’indebitamento.

4) Finanziamento delle scorte stagionali

Il finanziamento delle scorte ha carattere stagionale e avviene con prestiti a breve termine, collegati a una ben precisa fonte di liquidità per la restituzione, come la conclusione d’un certo contratto, la vendita d’un certo bene, o il ricambio delle scorte.

I debiti a breve termine vengono coperti con la liquidità proveniente da fonti di breve termine, identificate con chiarezza prima della concessione del prestito.

I debiti di medio termine, invece, vengono coperti con la liquidità proveniente dall’attività dell’azienda, senza una precisa identificazione delle fonti. La banca guarda ai precedenti dell’azienda nella restituzione di simili prestiti (e anche all’utile degli ultimi anni, o alla capacità di formulare e di realizzare i piani). Non essendo direttamente indicata la fonte di liquidità per la sua restituzione, il prestito ha un rischio maggiore e la decisione è più meditata, rispetto al prestito a breve.distinzione è importante: anche se l’azienda rappresenta un ottimo rischio di credito nel breve termine, non è detto che lo sia nel lungo periodo: per esserlo, deve dimostrarsi in grado di generare buoni utili nel corso degli anni: i prestiti a medio termine vanno restituiti con gli interessi in rate mensili, o trimestrali, che s’aggiungono ai costi fissi. Così aumentano le spese generali, e con esse il rischio finanziario dell’azienda. Occorre una gestione particolarmente attenta, e la banca lo sa. Rammentatelo, e regolatevi di conseguenza.

5) Finanziamento della crescita di lungo termine

L’ultimo tipo di prestito bancario ha per finalità la crescita dell’azienda nel corso degli anni: crescita che può creare problemi di capitale circolante. L’azienda che s’aspetta di crescere in fretta deve anche attendersi grossi rischi.

Con l’aumento delle vendite, la liquidità diminuisce perché i crediti verso i clienti non vengono saldati con la rapidità occorrente a pagare i debiti verso i fornitori. Inoltre la produttività si riduce, con l’assunzione di altro personale. Occorre altro spazio per gli uffici e i magazzini, s’accresce il carico amministrativo e aumentano i costi fissi. È un processo inevitabile.
La soluzione, di solito, consiste in una combinazione di nuovo capitale proprio, di linee di credito garantite dai crediti verso clienti e dalle scorte, e di prestiti a lungo termine per sostenere il capitale circolante.

Pensate bene alle conseguenze: se puntate ad espandervi, dovete fare in modo di generare utili, anno dopo anno, tenendovi nello stesso tempo abbastanza liquidi per far fronte ai pagamenti. Per garantirvi la liquidità, dovete provvedere al finanziamento dell’espansione. Ma come?

In primo luogo con un piano finanziario basato su un budget del flusso di cassa e su un budget del conto economico ben ponderati.

(continua…)

Paolo Battaglia
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