Sono tempi duri per le imprese, questi. Molte imprese sperimentano difficoltà momentanee, ma moltissime sono cronicamente in stato di tensione finanziaria.

Lo stadio più grave della crisi, dal punto di vista finanziario, è l’INSOLVENZA (deficit finanziario), cioè l’incapacità ad adempiere regolarmente le obbligazioni contratte nell’esercizio dell’impresa.

La IRREVERSIBILITA’ o cronicità della crisi d’insolvenza comporta presto il DISSESTO (deficit patrimoniale), cioè uno stato di declino reddituale e crisi finanziaria ai quali si somma una condizione di incapienza delle attività patrimoniali rispetto alle passività contratte per finanziare l’esercizio dell’impresa.
Se l’azienda si trova in una situazione di carenza cronica di liquidità dovuta a un utile operativo troppo basso, ulteriore indebitamento bancario non farà che peggiorare la situazione, spostando solo nel tempo i problemi.

Possiamo identificare 2 tipi di CRISI:

1) Crisi economica

Questa può essere congiunturale e circoscritta o strutturale, e dovuta alle seguenti cause:

  • Obsolescenza del prodotto/servizio
  • Inefficienze gestionali delle varie aree (produttiva, commerciale, amministrativa, …), con eccesso di costi fissi, di oneri finanziari, ricavi inferiori al costo diretto del venduto
  • Rigidità della struttura produttiva
  • Carenza di programmazione/innovazione (perdita di competitività dovuta a al prodotto e al mancato aggiornamento tecnologico)
  • Diminuzione improvvisa della domanda (crisi economica o crisi di prodotto)

2) Crisi finanziaria-patrimoniale

Questo tipo di crisi è caratterizzato da:

  • Squilibrio della struttura delle fonti e degli impieghi
  • Eccesso di dipendenza dal capitale di terzi (sproporzione tra capitale proprio e capitale di terzi)
  • Eccesso di indebitamento rispetto ai flussi finanziari dell’impresa 

Come ci si comporta in caso ci si accorga che la nostra impresa naviga in acque finanziariamente basse, preludio di una crisi?

Quello che segue è, sinteticamente, il corretto percorso per uscire dalle secche di una crisi finanziaria.

1) Analisi di bilancio per margini ed indici ed analisi dei flussi di cassa degli ultimi 3 bilanci
2) Individuazione della cause che hanno portato al disequilibrio
3) Individuazione di strategie di breve termine e gestione delle “urgenze” finanziarie:

  • mantenimento del livello di fatturato
  • contenimento e ristrutturazione dei costi fissi e variabili
  • gestione clienti morosi (recupero di crediti già scaduti o in contenzioso)
  • rinegoziazioni del debito v/fornitori e delle condizioni di pagamento per i nuovi acquisti
  • richiesta di maggior disponibilità alla banca
  • sblocco di riserve non strategiche, …
  • operazioni di anticipo dei crediti verso clienti mediante operazioni di sconto, factoring,…
  • ottimizzazione e riduzione delle scorte e di messa a punto del prodotto (revisione del ciclo di magazzino e di produzione)
  • consolidamento  dell’esposizione a breve termine con l’accensione di mutui a medio termine dalle rate sostenibili

4) Individuazione di strategie di M/L termine

  • Previsioni sull’evoluzione del mercato
  • Decisioni su ristrutturazione o rilancio
  • Budget delle vendite e CE previsionale a 3-5 anni
  • Determinazione e copertura del fabbisogno finanziario
  • Studio di piani di ammortamento per eventuale ulteriore indebitamento

5)  Copertura del fabbisogno finanziario (banche, soci, ecc.). Solo in questa fase, avendo chiarito cause, prospettive e sostenibilità delle soluzioni, potremo fare le corrette scelte operative di risanamento.

In bocca al lupo!

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