Londra taglia le tasse alle imprese: aliquota al 20% entro il 2015
(pubblicato su “www.ilsole24ore.com” del 21 marzo 2013)

“Attivismo monetario, rigore di bilancio, incentivi alle imprese e ai consumi. Il cancelliere dello Scacchiere britannico, George Osborne, insiste sulla linea dell’austerità, nonostante il pollice verso delle agenzie di rating, e guarda alla Banca d’Inghilterra del prossimo governatore Mark Carney per stimolare una ripresa che non arriva.
Il Budget, la legge finanziaria britannica, si muove lungo queste direttrici sullo sfondo di un contesto macro molto peggiore di quanto immaginato: il pil nel 2013 crescerà dello 0,6, metà del previsto e il debito andrà aumentando fino a raggiungere l’86% del prodotto interno lordo nel 2016 prima di cominciare a declinare.

Il deficit quest’anno dovrebbe attestarsi al 7,4 per cento dell’economia. Tutto molto peggio – vanno considerati almeno due anni di ritardo – rispetto alla tabella di marcia che il governatore George Osborne si era dato all’avvio del governo di coalizione fra conservatori e liberaldemocratici. La risposta per invertire il corso degli eventi passa per un nuovo taglio alla corporate tax che nel 2015 calerà fino al 20%, otto punti in meno del 2009, ovvero la più bassa di qualsiasi grande economia mondiale, incrocia gli incentivi alle assunzioni, con una sforbiciata di 2000 sterline all’anno ai contributi che pagano le imprese, si declina, soprattutto, con il rilancio del mercato della casa. George Osborne ha presentato un articolato pacchetto di misure che echeggiano il thatcheriano “right to buy” ridenominato “help to buy”. Garanzie pubbliche a sostegno di mutui ipotecari per un totale di circa 130 miliardi di sterline e altre agevolazioni a tasso zero, saranno introdotte per ridare ossigeno al settore immobiliare. La casa è da sempre, grazie alla flessibilità sull’erogazione dei mutui, il motore che segna il passo dei consumi nel regno di Elisabetta.

È, però, all’azione del governatore della Banca d’Inghilterra che George Osborne guarda con maggior attenzione per superare l’impasse dell’attività economica considerata già afflitta da un’ incipiente forma di stagflazione. “Una bassa e stabile inflazione – ha detto il Cancelliere – è condizione necessaria, ma non sufficiente per tornare alla prosperità… per tanto la Banca d’Inghilterra avrà un nuovo mandato”. Il target primario della BoE resterà il 2% di inflazione (non è rispettato da anni ), ma dovrà essere supportato da misure non convenzionali e dalla cosiddetta forward guidance, ovvero la comunicazione al mercato della durata delle misure di politica monetaria che l’istituto centrale assumerà. “Introducendo soglie intermedie la Banca potrà influenzare le attese sull’andamento dei tassi… in linea con quanto sta facendo la Fed che lega la disoccupazione al corso degli interessi”, ha precisato il Cancelliere aggiungendo che entro agosto la Bank of England dovrà tracciare un quadro d’azione in tal senso.

La terza stampella su cui dovrà poggiare il risanamento economico del Regno Unito è la più conosciuta e la più controversa: l’austerità. E da lì il governo di David Cameron non deflette, nonostante qualche accenno a maggiore flessibilità si possa leggere fra le righe del Budget illustrato ieri. “Il nostro problema come Paese – ha scandito il Cancelliere – non è l’imposizione fiscale troppo bassa, ma la spesa eccessiva del governo. Questo pensa la gente e questo penso io”. George Osborne ha così confermato di non volersi scostare dalla politica di bilancio a cinghia stretta finora adottata. Ultimo esempio l’anticipazione al 2016 della riforma di un pilastro del sistema previdenziale pubblico che genererà un gettito di 6 miliardi di sterline. La spending review prossima ventura dovrà, inoltre, garantire tagli superiori al previsto per un totale di 11,5 miliardi.

Altre limature al bilancio corrente, fatto salvo il budget di sanità e istruzione, porteranno in cassa 3 miliardi di sterline destinati al rilancio delle infrastrutture. Forme accresciute di decentramento economico aiuteranno le imprese private delle regioni più dinamiche. Il Cancelliere ha inoltre ribadito la volontà di agevolare con esenzioni mirate sia lo sviluppo dello shale gas, sia lo sfruttamento dei brevetti e la ricerca. L’innalzamento della no tax area ai primi 10mila pound di reddito ha aggiunto ulteriori intonazioni thatcheriane a un Budget che non si è negato neppure un premio al simbolo nazionale: la birra. Dal primo aprile la tassa sulla pinta di lager sarà più leggera di un centesimo. Un metaforico applauso alla salute del Cancelliere s’è levato, crediamo, da tutti i pub del Regno.”
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