(di Peter Senge, da The Fifth Discipline)

“Se mettete una rana in una pentola di acqua bollente, essa cercherà immediatamente di saltare fuori.
Ma se la mettete in acqua a temperatura ambiente e non la spaventate, se ne resterà ferma.
Ora, se la pentola è su una fonte di calore, e se aumentate gradualmente la temperatura, succede qualcosa di molto interessante. All’aumento della temperatura da 21 a 27 gradi la rana non farà nulla. Anzi essa dimostrerà in tutti i modi di godersela. Con il graduale aumento della temperatura, la rana diventerà sempre più malferma, finché non sarà più in grado di saltare fuori dalla pentola.
Perché?
Perché l’apparato interno della rana che percepisce le minacce alla sopravvivenza è orientato a reagire a cambiamenti improvvisi, nel suo ambiente, e non a lenti e graduali.
Qualcosa di simile è avvenuto all’industria automobilistica americana”.
Accade spesso che il piccolo imprenditore, spesso legato più alla produzione che agli aspetti commerciali o strategico-imprenditoriali, si senta tanto oberato di contingenze quotidiane da non prendere in considerazione le conseguenze di lungo termine del suo agire nel breve.
Spesso si accorge troppo tardi che la situazione della sua impresa, cui nel tempo aveva fatto l’abitudine (ritardi negli incassi, sforamenti nell’extrafido, piccole ma costanti perdite di quote di mercato) comportandosi reattivamente e non con proattività, lo ha messo nelle condizioni di non essere più in grado di reagire.
E lo stesso vale per interi settori e filiere produttive o territori.
Il non tempestivo accorgersi dei sintomi anche deboli di surriscaldamento della sua situazione, il mancato uso di corretti strumenti di controllo, possono portare l’azienda in crisi conclamata quando è troppo tardi.

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