L’obiettivo di chi voglia raggiungere l’indipendenza finanziaria dovrebbe essere quello di costruire un certo patrimonio in grado di produrre redditi passivamente (cioè senza alcun intervento lavorativo).
Si ottiene ciò spendendo meno di quel che si guadagna, investendo la differenza, reinvestendo gli introiti per una crescita composta finché non si raggiunga una massa critica di capitale investito che crei il reddito annuale che si desidera per la propria vita.
Non è quanto si guadagna la questione più importante, ma quanto si riesce a risparmiare. Verifica il tuo rapporto risparmi/entrate e cerca di vivere al di sotto dei tuoi mezzi! Conduci la tua vita come fosse un’impresa, in cui punti ad ottenere un profitto alla fine di ogni anno.
E in questo senso il più potente processo di accumulazione di ricchezza è quello di PAGARE TE PER PRIMO. Ogni giorno, metti da parte del denaro per comprare beni che produrranno reddito PRIMA di pagare bollette, spesa, affitti, TUTTO. Se ti ritroverai sotto pressione per pagare bollette, spesa, affitti, ecc., troverai un modo di cavartela (così come hai fatto finora con quella spesa imprevista o con quel credito perduto). La PRESSIONE ti farà farà trovare un sistema. Questo richiederà di lavorarci su sodo ma vedrai che ti scoprirai più determinato, abile e ricco di risorse.
Questo approccio vale anche (e soprattutto) quando devi ridimensionare e azzerare un debito.
Ripeto sempre ai miei clienti che un piano di rifinanziamento con una banca o un ampliamento del fido, comunque una qualunque iniezione di liquidità, è un’operazione rischiosa. E questo perché c’è in molti una tendenza ad indebitarsi al limite delle possibilità di indebitamento, utilizzando tutte le risorse e considerando le possibilità di scopertura e di castelletto come denari “veri”, di propria disponibilità.
Ad esempio, chiedere un raddoppio dell’importo del fido concesso per scopertura di conto corrente, magari perché ci si sente soffocati, può portare, se non ci si impone una disciplina, ad una eguale situazione di soffocamento, magari dopo 6 mesi, ma con un debito questa volta aumentato.
Quindi, quando si rinegozia un debito o si chiede un prestito, è FONDAMENTALE, ovviamente, restuirlo secondo un piano di ammortamento la cui rata sia compatibile con i nostri obiettivi di lungo termine e con un accettabile costo in termini di interessi passivi. E nel caso di una scopertura in conto corrente, creata per sovvenire ad esigenze contingenti, è necessario definire un proprio personale piano di riduzione della scopertura, sottraendo ai propri consumi una somma da destinare PRIORITARIAMENTE al rimborso del debito. Se non si è fermi, rispetto a questo proposito, cioè a quello di PAGARSI PER PRIMI, non riusciremo mai ad aggredire il debito, tentati come saremo di consumare tutti i nostri introiti, portandoci di nuovo al limite massimo della scopertura.
E badate bene, questo è quel che capita a un numero esorbitante di micro e piccole imprese (e a molte famiglie), soprattutto in questa fase congiunturale.
Tags: crisi d'impresa
Paolo Battaglia - author
Paolo Battaglia, è laureato in Economia e Commercio presso l’Università di Messina, con Master in Business Administration presso la Central Connecticut State University, ICAEW Sustainability Certificate, IIEEL Certified ESG Professional (CESG Pro-Associate Level), Dottore Commercialista, Revisore Legale e ICAEW Chartered Accountant (Institute of Chartered Accountants in England and Wales), membro della ICAEW Financial Reporting Faculty e della ICAEW Corporate Finance Faculty, con 25 anni di esperienza in Italia e all’estero nel guidare la crescita organizzativa, finanziaria e i processi aziendali delle PMI.
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