Il Consumer’s Forum ha pubblicato una ricerca commissionata ad Adoc, Assoutenti, Cittadinanzattiva, Confconsumatori e Federconsumatori sul credito e la disciplina e le pratiche commerciali.
Ne risulta un quadro di accelerazione dell’indebitamento della famiglia italiana, che ricorre sempre più al credito, non più solo per acquistare bendi durevoli, ma anche per risolvere c.d “imprevisti” quali malattie o incidenti d’auto. Sorvolo sul fatto che queste uscite non dovrebbero essere considerati “imprevisti” perché capitano con regolarità statistica e prevedibile ad ognuno di noi. Quel che dovrebbe lasciare preoccupati è il fatto che spesso si ricorre al credito per tamponare altri crediti. 
E questo accade perché non sempre i prestiti avvengono a condizioni trasparenti, facendo apparire (senza esserlo) convenienti operazioni di ristrutturazione della propria situazione debitoria.
In sostanza risulta che il 62% degli italiani ricorre al credito al consumo, in media uomini e donne sui 45 anni, con un nucleo familiare di 3 persone (56%), con reddito familiare medio mensile di 2.200 euro.
Il 48% ha avuto difficoltà a pagare le rate o teme di non riuscirvi.
Speriamo che il disegno di legge di riforma del credito al consumo riesca a trovare presto l’alba (è atteso in questa primavera, e dovrebbe, tra l’altro, porre maggiore controllo all’accesso alla professione di mediatore creditizio).
Che saggezza gli antichi:
“La ricchezza non consiste nell’avere grandi proprietà, ma nell’avere pochi bisogni.”
Epicuro 341 a.C.-270 a.C.

Paolo Battaglia