Poi ci si guarda intorno e si vede una realtà quotidiana diversa, fatta di imprese in difficoltà e di famiglie a rischio usura.
Torniamo quindi a parlare di indebitamento e di come se ne possa uscire fuori.
E’ sempre una questione di concentrazione e disciplina (cos’è poi la disciplina se non una forma di concentrazione?). Si tratta solo di questo. Soprattutto quando ci si trovi di fronte a forme di indebitamento personale (non parliamo qui dell’indebitamento di origine aziendale) le cause sono per l’80% di ordine psicologico e solo per il 20% causate da carente tecnica finanziaria (sembro il nostro attuale presidente del consiglio quando spara percentuali a caso).
In realtà quel che intendo dire è che spesso ci si indebita perché si sposta in là il dolore del pagamento, mentre ci si abbandona al ben evidente piacere dell’acquisto immediato. E’ quindi nel reame della psicologia che si combatte l’indebitamento personale da consumatore.
Andiamo per gradi:
1. La prima cosa da fare è chiarire l’ammontare complessivo del debito, avere il quadro complessivo. Sembra ovvio, ma spesso la persona con debiti si lascia prendere da una china di abdicazione ad ogni forma di controllo sui debiti che non può che peggiorare la situazione.
2. Successivamente fate luce su dove finiscano i vostri soldi e su quanto guadagnate. Chi riceve un reddito fisso può conoscere bene quanto guadagna mentre un titolare di partita iva no, soprattutto se è in contabilità semplificata e se tiene i propri conti guardando solo la cassa (gestione finanziaria) e non anche gli utili o le perdite (gestione economica). Andate su www.crescitapmi.it per maggiori approfondimenti sull’argomento.
3. In ogni caso è il “gap” tra quanto si guadagna e quanto si spende il motivo del debito. Potrete acquistare di meno o incrementare i guadagni, ma dovrete necessariamente spendere meno di quel che guadagnate. CIOE’: SMETTETE ORA DI ACQUISIRE NUOVI DEBITI!
Lo so che è difficile, soprattutto per i consumatori compulsivi, quelli che fanno shopping bulimico con lo stesso appetito di chi, in realtà già sazio, si tuffa su una tavoletta di cioccolato, senza neanche godersela.
Siate concentrati e pensate a quanto bello possa essere vivere senza alcun debito. Premiatevi con forme alternative all’acquisto compulsivo. Prendete appunti su quel che vi piacerebbe comprare, e fate un patto con voi stessi: quel paio di scarpe, quel maglione, quel gadget tecnologico lo comprerete tra 4 giorni, non oggi. Tra 4 giorni, se non riterrete più di fare questi acquisti, comprenderete che eravate vittime di fame da shopping compulsivo. Evitate i centri commerciali. Se cercate distrazioni andate nella natura o al cinema.
Evitate di uscire con le carte di credito, portate solo contanti. Noi non abbiamo bisogno di una carta di credito, nonostante oggi ce le tirino dietro praticamente tutti. Non ci servono per le emergenze, basta la carta di debito (il bancomat). Non sono più pratiche del bancomat. Non ci servono i punti per i gadget da 2 lire che regalano i concorsi a premi. Forse servono realmente solo per prendere a noleggio un auto. Anche su internet, non fosse altro che per motivi di sicurezza, è meglio acquistare con una carta prepagata precaricando l’importo di volta in volta strettamente necessario ad effettuare l’acquisto. Prendete atto di tutti i pagamenti ricorrenti che vi vengono addebitati sulla carta di credito e trasferite i pagamenti sul vostro conto corrente bancario. Rendete stagno il vostro conto corrente evitando lo stillicidio delle vostre finanze generato dalla vostra carta di credito.
Suddividete il reddito da spendere in categorie. Potete pensare alle categorie come a delle buste in cui voi idealmente (o materialmente se vi aiuta farlo) riporrete i soldini per rimborsare un debito, il fitto, il mutuo, i ristoranti, la quota di risparmio per le vacanze, la spesa, il vestiario, ecc.
Mint e Clearcheckbook vi aiutano a suddividere in categorie le vostre spese abituali, creando dei budget di spesa previsionale.
5. Fermata l’emorragia potete fare un piano realistico e stabilire una cifra che potete (dovete) risparmiare e sottrarre al consumo da ognuna delle categorie di spesa. E’ infatti necessario fare un piano, stabilire degli obiettivi.
Chiedetevi: “quanto debito voglio ridurre? Entro quando?” Di quanto voglio dimagrire? Entro quando?”
Assicuratevi di non esagerare con le economie e che vi restino le liquidità per una vita quotidiana normale ancorché asciugata dalle spese inutili (per un limitato periodo di tempo, e per una giusta causa, ritengo si possa fare).
Prendete l’abitudine di detrarre il 10% di ogni vostro incasso dai vostri consumi, ancora prima che qualunque accada ai vostri soldini. Vi entrano 1.000 euro? Contate su 900. 100 li sottrarrete dai giochi della vita quotidiana e li indirizzerete come segue.
Rimborsate il minimo debito possibile finché il vostro fondo di emergenza non raggiunga un importo minimo corrispondente almeno ad un mese di consumi, in base al vostro stile di vita. Successivamente (avrete comunque iniziato a rimborsare il debito) lentamente portatelo a 3 mesi, poi a un anno. Alimentatelo con quel 10% di incassi di cui abbiamo parlato sopra e con quant’altro riuscite a incassare.
Aprite, per questo scopo, un conto deposito (tipo Ing Conto Arancio, per intenderci: vedremo in un successivo post un confronto tra i varii conti deposito più convenienti).
Quel che importa è che creiate ORA questo vostro fondo di emergenza, stringendo finché potete la cinghia, fate qualunque cosa, fate ogni sforzo possibile, vendete la collezione di farfalle, ma fatelo subito e dimenticate di averlo. Dovete avere da parte un importo di denaro che vi permetta di non saltare finanziariamente in aria solo per colpa di una spesa imprevista. La gran parte di chi finisce tra le braccia degli usurai lo fa a causa di spese mediche o per l’autovettura. E il meccanico o il dentista non sono spese imprevedibili, ovviamente.
Creare questo fondo è una sfida, potrà richiedere molto tempo, anche molti mesi. Godetevi il piacere di vedere i vostri risparmi crescere.
7. Creato il fondo d’emergenza, ora create un mese cuscinetto tra i vostri incassi e le vostre spese. Le vostre spese del mese corrente dovranno essere basate sugli incassi del mese scorso. Dovete fare lo sforzo di rallentare le uscite e congelarle, se potete, finché non arriverete a consumare il reddito prodotto nel mese precedente e non quello che state producendo nel mese in corso.
Datevi il tempo per creare questo mese cuscinetto risparmiando su ognuna delle categorie e sulla base delle vostre spese passate. Pagate al momento solo i debiti d’emergenza.
Come aggredire il debito?
Il sistema che Dave Ramsey chiama della palla di neve (“Snowball“) ritengo sia quello che funzioni meglio, soprattutto nei casi in cui il debito consista in somme che vi riportate a nuovo da tempo e di cui riuscite solo a pagare interessi spostando la data di rimborso (carte revolving per esempio, o scoperture bancarie). Ne abbiamo già parlato in precedenti post. In cosa consiste il metodo?
Elencate i vostri debiti in ordine di importo, dal più piccolo al più grande.
Prendendo in considerazione la mera matematica, la razionalità, andrebbe aggredito il debito con il tasso d’interesse più alto (tipo le carte di credito revolving). E così va fatto per le aziende. In realtà, come si diceva, l’indebitamento personale da consumo nasce per motivi psicologici e con psicologia se ne viene fuori.
Risulterà molto, ma molto più efficace aggredire per primo il debito più piccolo. Ottenere presto un primo risultato di eliminazione di un debito vi aiuterà a sentirvi ulteriormente motivati ad aggredire un secondo debito. Può essere frustrante la sensazione di non riuscire a smuovere, se non lentamente e con molta disciplina, un debito tanto grande da far sembrare di svuotare il mare con un secchiello. Molti rinunciano e si lasciano portare via dagli eventi.
Invece:
– stabilite un importo fisso minimo da utilizzare per ripianare i debiti
– pagate il minimo possibile su tutti gli altri debiti tranne il più piccolo al quale dedicherete tutte le risorse possibili. Ogni euro risparmiato in più andrà a ridurre questo debito
– estinto il debito più piccolo, la somma che il mese successivo si libererà perché non più necessaria ad estinguere il debito ormai spento la dirotterete sul successivo debito più piccolo (dedicherete cioè un importo sempre maggiore, man mano che avrete eliminato il debito più piccolo precedente).
Vi ritroverete, ad un certo punto ad aver estinto la gran parte dei vostri debiti e ad aggredire gli ultimi e poi l’ultimo più grosso. Con la piacevolissima sensazione di avere le vostre finanze di nuovo sotto controllo. L’esatto opposto della situazione precedente, quando un debito fuori controllo vi faceva ulteriormente indebitare per il solo fatto di sentirvi alla deriva finanziaria.
9. Dopo aver estinto i vostri debiti, continuate a risparmiare e a costruire il vostro fondo d’emergenza portandolo a 3-6 mesi di consumo e poi ad 1 anno, come si diceva al punto 6). Di nuovo, dimenticatelo.
10. Costruito il fondo corrispondente ad 1 anno di spese, ormai senza debiti e interessi passivi, investite la somma fissa dei vostri introiti (o una cifra superiore) che prima destinavate al fondo d’emergenza e all’abbatimento del debito come meglio vi aggrada (fondi, immobili, azioni) secondo principi di sana diversificazione del rischio e di cui parleremo in altro momento.
Costruite ora, senza debiti, il vostro patrimonio.
Paolo Battaglia
Dottore Commercialista in Ragusa e ACA Chartered Accountant (ICAEW) a Londra
Paolo Battaglia - author
Paolo Battaglia, è laureato in Economia e Commercio presso l’Università di Messina, con Master in Business Administration presso la Central Connecticut State University, ICAEW Sustainability Certificate, IIEEL Certified ESG Professional (CESG Pro-Associate Level), Dottore Commercialista, Revisore Legale e ICAEW Chartered Accountant (Institute of Chartered Accountants in England and Wales), membro della ICAEW Financial Reporting Faculty e della ICAEW Corporate Finance Faculty, con 25 anni di esperienza in Italia e all’estero nel guidare la crescita organizzativa, finanziaria e i processi aziendali delle PMI.
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