Ripubblichiamo un ampio post in più puntate sull’accesso al credito per la PMI.
Ecco la terza parte:

I modi d’affrontare un problema di fabbisogno finanziario sono fondamentalmente 3:

1) aumentare il capitale proprio dell’azienda. È la soluzione preferibile, perché al capitale non si corrisponde nessun interesse. Le piccole aziende, purtroppo, sono quasi sempre sottocapitalizzate;

2) ricorrere a prestiti a breve termine, dando in garanzia i crediti verso i clienti. Potete ricorrere a un prestito a breve termine (con scadenza a meno di un anno) senza dover sopportare oneri eccessivi in conto interessi (generalmente, più lunga è la durata del prestito, più alto è l’interesse). Potrete liquidarlo con gli introiti dell’anno;

3) ricorrere ad un finanziamento di lungo termine. Questo tipo di debito si salda con gli utili, nell’arco di due o tre anni. Ricordate però che il tasso d’interesse sarà maggiore rispetto al prestito a breve termine, e che l’indebitamento aumenta le vostre passività e determina un nuovo costo fisso. Otterrete una redditività maggiore solo migliorando il flusso di cassa.

Naturalmente bisognerà valutare, caso per caso, vantaggi e svantaggi di ciascuno dei modi qui citati per scegliere quello più adatto alla situazione (o la combinazione più opportuna). Oltre a forme ulterioridi finanziamento quali il Leasing o la finanza agevolata, sempre meno appetitosa per le imprese, forme tipicamente connesse con fabbisogni da investimento.

In ogni caso, se avrete deciso di ricorrere a un prestito bancario, dovrete dimostrare, innanzitutto a voi stessi, d’essere in grado di pagare gli interessi con l’utile operativo. Un modo classico di rovinarsi, per molte piccole aziende, è indebitarsi per far fronte alle perdite operative e agli interessi dei vecchi debiti. Così l’indebitamento cresce sempre di più, con effetti devastanti per la redditività e per la solvibilità dell’azienda. La situazione diventa presto più complicata di quanto non fosse inizialmente…

Se la vostra azienda soffre in permanenza di scarsità di capitale circolante ma realizza comunque sufficienti utili, allora può davvero essere il caso di ricorrere ad un prestito a medio termine. Dovrete, però, dimostrare (non solo alla banca!) che trarrete vantaggi in misura molto superiore all’onere che deriva dal nuovo indebitamento. Spesso un modesto prestito che incrementi il capitale circolante è in grado di far superare all’azienda un intoppo transitorio e le consente di fare utili assai maggiori che in passato. Ricordate, anche, che un prestito pesa sensibilmente sulle spese generali in termini di interessi passivi. Se l’azienda non genera ulteriori utili in misura sufficiente a far fronte a questi oneri, con un margine del 50% almeno, o meglio del 100%, allora occorrerà, se possibile, aumentare il capitale proprio, invece che ricorrere all’indebitamento.

Prima di recarsi in banca a chiedere il prestito, ovviamente, si dovrà prima costruire un piano finanziario, anche se non lo dovrete presentare immediatamente alla banca e anche se sarà costruito solo a vostro beneficio. Un buon budget del flusso di cassa ne sarà parte integrante: vi eviterà molti problemi di liquidità, facendovi conoscere in anticipo il vostro fabbisogno finanziario (per crescere, o per sopravvivere) e consentendovi di contenere i costi dell’indebitamento ed evitare che sia la banca a farvi domande alle quali non sarete in grado di rispondere, non aiutando lo spesso sdrucciolevole rapporto con gli uffici fidi degli Istituti bancari.

Un budget del flusso di cassa ben fatto vi aiuterà a rispondere chiaramente e precisamente a domande importanti:

  • Qual è il mio fabbisogno finanziario?
  • Perché non posso soddisfarlo con l’utile della mia azienda?
  • L’utile operativo dell’azienda sarà sufficiente a far fronte alla restituzione dei debiti a lungo termine, quando scadranno?
  • Quanto esattamente mi occorre? Per quando? A quali condizioni?
  • È il caso d’aumentare l’indebitamento? O di aumentare Il capitale?
  • Come potrò pagare gli interessi del debito che mi appresto a contrarre? E come lo estinguerò alla scadenza?
  • Se invece aumento il capitale, come lo remunererò?

(continua…)

Paolo Battaglia
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