L’atteso protocollo siglato dal ministro dell’economia Padoan e la sua omologa Widmer-Schlumpf consente da subito scambio di informazioni tra i due paesi e per poi entrare a regime nel 2018.

“Miliardi di euro che ritornano allo Stato” ha commentato su Twitter il premier Renzi. Ma già la sottoscrizione dell’accordo varrà ai fini dei vantaggi previsti dalla Voluntary Disclosure italiana. La firma dell’accordo e quindi l’inclusione della Svizzera nei Paesi White List, come già avvenuto per il Lussemburgo (e come ancora si attende ad esempio per il Leichtenstein, particolarmente devoto alla riservatezza bancaria), infatti, farà sì che in sede di Voluntary Disclosure la sanzione base non sarà più pari al 6% riducibile al massimo al 3% e non varrà la regola generale del raddoppio dei termini di accertamento.

Dall’entrata in vigore dell’accordo l’Agenzia delle Entrate potrà avere accesso ai dati dal 2015 in poi e dal 2020 potrà svolgere indagini sui cinque anni precedenti. Padoan ha dichiarato, ironicamente, che grazie alla Voluntary Disclosure aperta fino al prossimo 30 settembre, consentirà di apportare in bilancio “almeno 1 euro…”. In realtà, varie fonti riportano che ci si attende un gettito tra i 4 e i 5 miliardi di euro.

Paolo Battaglia

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