Per un’impresa una potenziale crescita improvvisa del proprio fatturato, ad esempio a seguito della decisione di espandere il proprio business entrando in un mercato estero, presenta conseguenze di non sempre semplice gestione, soprattutto quando la crescita è molto repentina, ad esempio in conseguenza della partecipazione ad una fiera particolarmente fruttuosa e incoraggiante.


Gli ambiti da presidiare sono, soprattutto, quelli della logistica, della capacità produttiva e della finanza. Sarà necessario realizzare un piano finanziario, anche se non lo dovrete presentare alla propria banca per un finanziamento, anche se resterà solo per voi. Un buon budget del flusso di cassa ne sarà parte integrante: esso vi eviterà molti problemi di liquidità, facendovi conoscere in anticipo il vostro fabbisogno finanziario e consentendovi di contenere i costi dell’indebitamento.

Il budget del flusso di cassa vi aiuterà a rispondere chiaramente e precisamente a domande importanti:
1.    Qual è il mio fabbisogno finanziario?
2.    Potrò soddisfarlo con l’utile della mia azienda?
3.    L’utile operativo dell’azienda sarà sufficiente a far fronte alla restituzione dei debiti a lungo termine, quando scadranno?
4.    Quanto mi occorre? Per quando? A quali condizioni?
5.    È iI caso d’aumentare l’indebitamento? O di aumentare Il capitale?
6.    Come potrò pagare gli interessi del debito che mi appresto a contrarre? E come lo estinguerò alla scadenza? Se invece aumento il capitale, come lo remunererò?
Prima di rivolgervi alla banca, accertate bene il vostro fabbisogno finanziario. Se con la vostra analisi concludete di ricorrere a un prestito bancario, dovrete dimostrare d’essere in grado di pagare gli interessi con l’utile operativo. 
Incominciate a individuare le esigenze di finanziamento. Alcune saranno coperte dall’utile operativo, altre no (per problemi di liquidità). Esaminatele attentamente, per vedere se sono davvero giustificate. Se lo sono, considerate le due classiche alternative di finanziamento: l’aumento del capitale proprio o l’aumento dell’indebitamento. In certi casi potranno esservi altre alternative, da valutare anch’esse con le prime due.

Ad un finanziatore esterno dovrete soprattutto spiegare quali benefici la vostra azienda otterrà con il nuovo indebitamento, e perché non potete ricorrere a mezzi propri. Dovrete aver già considerato tutte le possibilità interne, e dovrete saperlo dimostrare, per non perdere di credibilità. Andate in banca ben preparati!

I modi d’affrontare un problema di liquidità sono principalmente tre:

1.    aumentare il capitale proprio dell’azienda. È la soluzione preferibile, perché al capitale non si corrisponde nessun interesse. Le piccole aziende, purtroppo, sono quasi sempre sottocapitalizzate;
2.    ricorrere a prestiti a breve termine, dando in garanzia i crediti verso i clienti. Potete ricorrere a un prestito a breve termine (con scadenza a meno di un anno) senza dover sopportare oneri eccessivi in conto interessi (generalmente, più lunga è la durata del prestito, più alto è l’interesse). Potrete liquidarlo con gli introiti dell’anno;
3.    ricorrere ad un finanziamento di lungo termine. Questo tipo di debito si salda con gli utili, nell’arco di due o tre anni. Ricordate però che il tasso d’interesse sarà maggiore rispetto al prestito a breve termine, e che l’indebitamento aumenta le vostre passività e determina un nuovo costo fisso.

 

Paolo Battaglia
Dottore Commercialista in Ragusa e ACA Chartered Accountant (ICAEW) a Londra

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